Dalla Colombia – Jairo Agudelo
IL COVID-19 IN COLOMBIA
di Jairo Agudelo Taborda, Universidad del Norte. 16.04.2020
Benché le cifre non siano neanche paragonabili a quelle europee o statunitensi, tuttavia, la Colombia é ferma.
Il primo paziente affetto da Covid-19 in Colombia è stato identificato il 6 marzo 2020 a Bogotá proveniente dall’estero. Oggi, secondo l’Istituto Nazionale della Sanità, vi sono 3105 casi confermati, 452 guariti e, purtroppo,131deceduti. La città più colpita è la capitale Bogotá con 1302casi, seguita da Cali con 419. Il governo nazionale ha imposto il confinamento totale preventivo obbligatorio dal 24 marzo al 27 aprile. Come dappertutto, preoccupa l’impatto socio-economico, sia del virus, sia delle misure per contrastarlo. Dei 3105 contagiati, 1513 sono donne e 1592 uomini. Per etá, il 40% dei casi colpisce la popolazione tra i 20 e 40 anni poiché costituisce la maggior parte della popolazione colombiana. I parametri di gravitá clinica dei casi vede 2094 positivi che ricevono attenzione in casa, 352 in ospedale di ricovero generale e circa 110 in cure intensivi.
Seguendo il modello italiano, il governo ha varato misure protettive a favore soprattutto delle frange più deboli della popolazione: nessuno sarà licenziato né sfrattato durante l’emergenza. Vi è un sussidio di disoccupazione. Sono stati sospesi i pagamenti dei servizi pubblici per le categorie sociali dipendenti dallo stipendio minimo mensile (circa 250 dollari), supporto finanziario per le piccole e medie imprese, distribuzione di alimenti a tappeto. Naturalmente, tutte queste misure devono diventare operative e, come in Italia, la ingarbugliata burocrazia ostacola e ritarda tutto. Quindi, in un paese in cui il 60 per cento dell’occupazione è informale e dipende dall’economa giornaliera di strada, molti devono uscire per far sopravvivere le loro famiglie. A ciò si aggiunge l’emergenza dell’immigrazione venezuelana che crea discriminazioni al momento di assegnare sussidi e bonus per il sostentamento. Dovrebbe beneficiare chiunque si trovi sul territotio nazionale a prescindere.
In sintesi, benché il livello di contagio e di morti non sia ancora allarmante, in proporzione al numero di abitanti (48 milioni), le grandi domande sono: e dopo il 27 aprile che ci sarà? Si riprenderá il lavoro quando e come? E i poveri, isenza tetto, gli sfrattati, gli indigeni, gli afrocolombiani, gli immigrati come saranno trattati? A circa tre settimanOrmai alla terza settimana di confinamento, si moltiplicano “los cacerolazos”, cioé, le proteste nei quartieri popolari dove non sono ancora arrivati gli aiuti alimentari. Ma, allo stesso modo, vi sono molteplici manifestazioni di solidarietá tra la popolazione e la societá civile.
Barranquilla, 16 aprile 2020