Kwa heri Makena! Arrivederci Caterina!
Con gli operatori del team e famiglia
Caterina termina il suo servizio a Iriamurai e torna in Italia. I momenti di cambiamento sono sempre intensi e densi di emozioni, in Kenya poi sono scanditi da celebrazioni e riti che ci avvicinano ancora di più.
E’ stata quindi una settimana fitta di impegni, festeggiamenti e saluti. Qualche giorno fa, il team della Caritas di Embu ha organizzato una festa per Caterina, poi è stato il turno della celebrazione con i gruppi della PIC. Si sono succeduti momenti di condivisione delle persone che hanno lavorato con lei ed è stato incredibile riscontrare quanto si possa costruire in due anni. Entrambi i gruppi hanno fatto dei regali made in Kenya a Caterina: il team Caritas le ha portato in dono una coperta Maasai e delle scarpe fatte a mano, mentre i gruppi della PIC le hanno regalato una borsa con ricamato il suo nome keniano, Makena (che significa gioiosa).
Non poteva mancare poi il pranzo con i nostri due colleghi, Esphon e John; quest’ultimo ha colto l’occasione per presentarci la moglie Kate e il figlioletto Dylan, di appena due mesi! Un momento bellissimo, nel quale si è sperimentata l’unione di questo gruppo anche oltre il semplice piano lavorativo. E’ stato un vero pranzo fra amici, per salutare e celebrare un elemento fondamentale come Caterina.
Ma non finisce qui! Per concludere in bellezza questa lunga fila di appuntamenti abbiamo ricevuto un invito a cena da parte di Father Jeremiah, parroco di Iriamurai. Tra una battuta e l’altra (eh già, Father Jeremiah conosce bene l’italiano e la sua ironia!) la serata è trascorsa in un clima piacevole di amicizia ed affetto. Al momento dei saluti il sacerdote ha poi ringraziato Caterina per il suo lavoro svolto in questi 2 anni, invitando la volontaria a far presto ritorno ad Iriamurai.
In pochi giorni abbiamo vissuto incontri davvero emozionanti e forti. Magari una persona non ci pensa, ma qui Cate ha vissuto 2 anni, un lungo periodo che non può essere descritto come una semplice esperienza, ma come una parte della sua stessa vita! La comunità sembrava voler trasmettere proprio questo durante le varie celebrazioni e saluti: non torna a casa una semplice volontaria, torna a casa una di noi!
A questo punto non ci rimane altro che dire: kwa heri Makena, karibu tena Kenya!
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