Mons. Eugenio: le cresime africane
Proprio un anno fa sono ritornato a Trieste dopo 50 anni vissuti in Africa. E anch’io voglio ricordare il vescovo Eugenio Ravignani per la sua costante attenzione alla missione diocesana in Kenya, seguendo i sacerdoti là presenti ed i volontari.
Viene spontanea una preghiera affinché il Signore lo accolga e lo ricompensi per la vita donata totalmente a Lui, come molti di certo avranno il desiderio di esprimere qualche esperienza vissuta con lui.
Il mio ricordo va al 1969, quando anche mons. Ravignani rimase colpito e meravigliato quando mons. Santin accettò di mandare alcuni dei suoi preti in missione a servizio delle chiese d’Africa, anche se per un tempo determinato. In seguito mons. Ravignani assistette all’impegno generoso di mons. Pietro Coccolin, Amministratore Apostolico della nostra diocesi, e vide la continuità nell’impegno di mons. Lorenzo Bellomi, che, come vescovi, sapevano di essere pastori della loro chiesa, ma secondo lo spirito di rinnovamento del Concilio, erano pure consapevoli della loro corresponsabilità per l’evangelizzazione nella chiesa universale. Eletto vescovo di Vittorio Veneto nel 1983, mons. Eugenio prese come segretario un prete appena rientrato dal Burundi, dove quella diocesi sosteneva da tempo una sua missione. Così non fu una sorpresa per noi in Kenya quando ricevemmo la notizia che aveva programmato di visitare la parrocchia in Burundi, passando per il Kenya, anche se per pochi giorni; voleva salutarci. Gli prepararono il viaggio che comprendeva una mezza giornata di condivisione assieme a un bel gruppo di missionari originari della diocesi di Vittorio Veneto. L’occasione per sentire tante esperienze, problemi e impegni riguardanti il lavoro in missione. Fu la sua prima visita a Iriamurai.
Arrivato a Trieste nel 1997, continuò a visitarci regolarmente ogni secondo anno, lasciando in tutti il ricordo del suo paziente sorriso. Naturalmente per ogni visita non mancava il programma di amministrare centinaia di Cresime. Ne era felice. E dopo le visite usava telefonare, e spesso anche visitare, le nostre famiglie per portare i saluti freschi per esserci appena incontrati e per condividere qualche esperienza nuova e qualche battuta. Aveva cura di conoscere e seguire non solo noi preti, ma anche tutti i volontari laici incontrandoli e fermandosi con loro all’arrivo e al rientro. Sostenne costantemente e concretamente il centro missionario e l’associazione ACCRI affinché potessero continuare a lavorare per la preparazione dei volontari e si potessero seguire i diversi progetti di sviluppo. Il nostro è un semplice, ma grande “GRAZIE” a mons. Ravignani, perché in ogni circostanza è stato attento al dialogo e alla condivisione, generoso nell’incoraggiarci a superare le inevitabili difficoltà. E ora sappiamo che possiamo contare sulla sua preghiera in questa nuova epoca nella quale dobbiamo difenderci dai virus e anche la Chiesa deve rinnovarsi nel nuovo impegno di evangelizzazione.
don Piero Primieri