Un’occasione di condivisione e scambio

Un’occasione di condivisione e scambio

L’incontro fra i nuovi volontari della diocesi di Pala

Prima di partire per il Ciad, ho spiegato almeno mille volte, a vari parenti, amici e conoscenti, dove si trovasse questo Paese poco noto in Occidente, che sembra sparire dai radar e che molti sentivano nominare per la prima volta da me. Neanche io stessa sapevo troppo del Ciad, prima di intraprendere il percorso di formazione che mi ha portata fino all’atterrare in questo Paese vasto, caldo, arido e pieno zeppo di diversità etniche, religiose e linguistiche. Ancor meno sapevo del contesto che in Ciad mi avrebbe accolta: la diocesi di Pala, situata a sud-ovest del Paese.

La diocesi di Pala, al fine di facilitare l’inserimento dei nuovi volontari e missionari (laici e religiosi, sia autoctoni che stranieri) nelle parrocchie di riferimento, garantisce una formazione di 10 giorni, con l’obiettivo di far conoscere gli aspetti pastorali, sociali, antropologici e storici della realtà che in cui si trovano. Per questo motivo, nel corso del mese di gennaio, assieme alla mia collega Elisa, anche lei volontaria dell’ACCRI, ho partecipato a una formazione dedicata a tutti i nuovi arrivati nella diocesi. La formazione si è svolta a Bongor, una cittadina al confine con il Camerun sul fiume Logone, caratterizzata dal suo pesce pieno zeppo di lische e dalla strada asfaltata.

I temi trattati nel corso dei dieci giorni di formazione, hanno riguardato: la storia e la geografia del Ciad, l’antropologia culturale, la progettazione e i finanziamenti, la comunicazione, i servizi sociali e culturali offerti dalla diocesi e l’ente Caritas.

La formazione è stata un momento prezioso per conoscere meglio il Ciad e per comprendere quali siano le attività attuali che si svolgono nella diocesi. Soprattutto, si è trattato di un’occasione di scambio fra volontari di tante provenienze diverse (Camerun, Burundi, Nigeria, Togo, Bangladesh, Brasile, Messico, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Ciad e Italia) e con esperienze di vita lontane fra loro. I giorni di Bongor sono stati pieni di informazioni, ma anche di momenti di svago, riflessione e convivialità. Dopo i pasti, in particolar modo, occuparsi di sistemare e lavare i piatti insieme, si è rivelato essere un momento informale di condivisione di pensieri, opinioni ed esperienze di vita.

L’ultimo relatore a intervenire è stato il vescovo mons. Dominique Tinoudji, il quale non ha sottovalutato gli aspetti di difficoltà del vivere e operare nel territorio della diocesi di Pala, citando il rischio di rapimento in alcune aree, la difficoltà in molti luoghi rurali di avere accesso all’acqua pulita e ad una dieta variegata, oltre agli ampi spostamenti da compiere perlopiù su strade non asfaltate e dissestate. Allo stesso tempo, il Vescovo ha suggerito a tutti noi di crearci un nostro “piccolo paradiso” nel luogo in cui siamo stati inviati e ci ha raccomandato di guardare sempre, anche e soprattutto nei momenti difficili, alle cose belle che ci circondano.

La “serata culturale” ha svolto il ruolo di chiusura dei giorni di formazione. L’ultima sera di permanenza a Bongor, infatti, i vari gruppi nazionali si sono organizzati per mostrare un ballo tipico del loro Paese di origine. Infine, abbiamo ballato tutti insieme la danza tipica dei Moussey, un popolo del sud-ovest del Ciad.

Puoi contribuire alla realizzazione dei progetti e delle attività con una donazione!

Le attività in corso rientrano nel progetto 8xmille 223/2021 finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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