Usanze keniane: il baby shower
Oggi torniamo a raccontarvi della vita in Kenya e dei suoi aspetti culturali, così diversi da quelli a cui siamo abituati in Italia. A fine giugno si è svolto il baby shower di Dylan, figlio del nostro collega John.
Questo evento, già presente nella tradizione antica del Kenya con il nome di Makindi, segna a tutti gli effetti l’ingresso del neonato nella comunità, alla quale viene presentato, per diventarne un membro a tutti gli effetti. Solitamente viene celebrato dopo gli 8 mesi dalla nascita del bambino.
Il caro John attendeva impazientemente l’arrivo di questo giorno e per diversi mesi ci ha ricordato, con entusiasmo, il sopraggiungere di questo importante evento. Per fortuna del nostro collega, in Kenya, le cerimonie importanti vengono organizzate e gestite da dei comitati istituiti ad hoc, cosa che alleggerisce il peso sulle spalle dei protagonisti.
Provate ad immaginare, ad esempio, un matrimonio ed una coppia di futuri sposi, che può fare a meno di preoccuparsi per l’organizzazione dell’evento, la cui responsabilità ricade invece su amici e familiari.
Un’usanza che parla di cura, fiducia e affetto.
Arrivati a casa del nostro collega abbiamo trovato un allegro gruppo di donne intente a cucinare per le decine di ospiti previsti, ma che sarebbero arrivati solo a pomeriggio inoltrato. Per ingannare l’attesa John ci ha portati a fare una passeggiata, anche per mostrarci il pozzo dal quale la sua famiglia e le altre nella zona attingono per soddisfare i propri bisogni.
Sapete, noi del team di Iriamurai non possiamo fare a meno di visitare almeno una “water source” al giorno!
Tornati dal nostro giro, la maggior parte degli invitati erano arrivati, tra cui molti membri della famiglia di John e di sua moglie Kate.
Dopo le presentazioni, discorsi e preghiere, il cibo era pronto per essere servito: non mancava nessuno dei piatti tipici keniani! Con la pancia piena, è iniziata la cerimonia vera e propria.
I due genitori e loro figlio Dylan si son seduti mentre a turno tutti gli invitati, divisi per gruppi, giravano intorno a loro, danzando e cantando canzoni nella lingua locale.
In aggiunta ognuno di questi gruppi, al termine di questa sfilata, ha presentato i propri doni al piccolo Dylan, perlopiù derrate alimentari come zucchero, farina, olio ma anche capre o somme di denaro.
Una volta arrivato il nostro momento non ci siamo tirati indietro, ma ci siamo lasciati guidare dall’altro nostro collega Esphon, che ci aveva già suggerito preventivamente come comportarci adeguatamente, per agire nel rispetto della cultura locale.
All’imbrunire la festa si è conclusa e ognuno è tornato a casa propria, chi in moto, chi in macchina, chi a piedi e chi in matatu.
E’ stata una bella giornata in cui tutta la comunità si è stretta intorno ad una famiglia, che è stata felice dell’affetto che ha ricevuto, mentre noi abbiamo avuto un altro assaggio della fantastica cultura keniana!
I volontari del BOF team.
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