Mons. Eugenio, ricordo di un caro amico
Un ricordo affettuoso e riconoscente del vescovo Eugenio.
Appena arrivato in Diocesi, a Trieste, nel febbraio del 1997, mons. Eugenio Ravignani ha notato che la missione in Kenya, che aveva conosciuto prima della sua consacrazione a Vescovo di Vittorio Veneto, aveva fatto passi notevoli. Accanto ai sacerdoti Fidei donum della Diocesi l’impegno missionario era stato segnato dalla presenza di non pochi laici, preparati e seguiti dapprima dal Centro missionario e dal 1987 dall’Accri, l’associazione di volontariato nata per preparare e accompagnare i volontari nel loro servizio al Sud del mondo.
Mons. Eugenio volle conoscere e incontrare l’Accri e i rappresentanti del Centro Missionario per esprimere non solo un generico apprezzamento ma soprattutto il suo impegno personale a sostenere il volontariato internazionale per l’autosviluppo delle comunità più povere del Sud del mondo. La sua adesione alla mission dell’Accri è stata concreta. Ricordò che il suo ministero di Pastore non poteva esaurirsi ai confini della Diocesi ma, come la Chiesa, era al servizio del mondo intero e chiese di diventare socio.Sostenne con convinzione l’Accri nelle iniziative promosse in Africa e America Latina, a partire dall’impegno missionario diocesano in Kenya, nell’ambito della cooperazione tra Chiese sorelle, avviato dal vescovo Antonio Santin nel lontano 1970 che stava proseguendo e sviluppandosi grazie alla stretta collaborazione con il Centro Missionario.In Kenya si sono succeduti numerosi sacerdoti diocesani e una ventina di laici volontari dell’Accri e tra questi – a iniziare da Donato e Maria Cordi – si sono alternate diverse famiglie, per accompagnare fattivamente la missione nelle opere di promozione umana che affiancavano l’impegno di evangelizzazione delle comunità locali. Mons. Eugenio, fedele all’impegno assunto, si recò tre volte in visita alla missione di Iriamurai dimostrando di voler rinsaldare il rapporto tra le due diocesi e dando concretezza all’azione missionaria della nostra Chiesa. E fino al termine del suo ministero mons. Eugenio ha voluto essere aggiornato sul nostro impegno.
Ricordava sempre con affetto le sue visite alla missione, dove nel corso dei suoi brevi ma non frettolosi viaggi, ha conferito la cresima a centinaia di giovani e adulti. Ci ricordava, a ogni nostro incontro, la formula della cresima che egli aveva amministrato in lingua locale (kikuyu) e rimasta fissa nella sua memoria. E fino a quando ha potuto, la ripeteva con entusiasmo. Quando ci siamo incontrati per l’ultima volta, con gioia e tenerezza mi ha parlato ancora con grande ammirazione e affetto del vescovo Santin del quale, nei suoi primi anni di sacerdozio era stato segretario, leggendomi passi di una sua biografia, alternati a ricordi della loro collaborazione.
Il nostro saluto è stato tanto affettuoso, tenero e pieno di gratitudine. Un momento che non dimenticherò.
Nives Degrassi presidente Accri