Possiamo sperare che le donne contino di più?
Talenti femminili e ruolo nella società: il Gruppo Camminare Insieme di Trieste ci invita a una riflessione.
La formazione del nuovo Governo ha riacceso i fari su un tema controverso: la scarsa presenza dei talenti femminili in molte zone della nostra vita collettiva, specialmente politica, ma non solo… Sotto i riflettori gli squilibri nelle professioni, dove è ancora più difficile per le donne che per gli uomini venire apprezzate per quanto valgono sia nelle progressioni professionali sia nel compenso a parità di mansioni, di competenze e di responsabilità. Presenti in maniera determinante nell’educazione famigliare e scolastica, nella sanità, nei servizi sociali, nel commercio, magari in seconda fila, e comunque sempre poco riconosciute, finiscono per dissolversi o quasi in ambiti accademici, scientifici, politici, imprenditoriali, ma anche ecclesiali, molto meno di ieri, certo, e con talune eccezioni di rilievo, che appunto sono eccezioni ad una regola non scritta, in cui il profilo maschile primeggia.
L’Italia sembra poi un caso emblematico, non certo l’unico, una società che stenta a prendere atto dell’apporto femminile. Facendo un giro per il mondo, troviamo Presidentesse in Nuova Zelanda, in Slovacchia, in Danimarca, in Islanda, in Germania, nell’Unione Europea, e astri nascenti femminili anche negli Stati Uniti, nei Paesi arabi o asiatici, come la super perseguitata Aung San Suu Kyi, in quelli sudamericani. Eppure in questi anni si stanno affermando davanti a noi figure adolescenziali o giovanili femminili di grande carisma, come la pachistana Malala, premio Nobel per la pace, ferita dai talebani, Greta Thunberg in Svezia, leader dell’ambientalismo, Amanda Gorman, poetessa afroamericana che ha commosso il mondo con le sue poesie. Non solo, ma in ogni dove, da Honk Kong alla Bielorussia, alla Russia, all’Iran, stanno pullulando movimenti messi in moto da donne indomabili rispetto allo strapotere maschilista del posto.
Pure nella Chiesa, spesso ad impronta prevalentemente maschile ai piani alti, seppure densa di donne di grande talento nei piani più feriali… grazie anche a qualche iniziale tentativo di cambiamento di Papa Francesco, che sta mettendo personalità femminili in alcuni dicasteri ed ha nominato di recente suor Nathalie Becquart sottosegretaria al Sinodo dei Vescovi per la prima volta con diritto di voto, si vede il nascere di una stagione diversa.
Rimane la domanda su come mai, nel nostro Paese, si vada tanto al rallentatore, ma a questa domanda non potranno rispondere che le nuove generazioni, forse non subito, ma inevitabilmente, perché sembrano più immunizzate dal virus del maschilismo. Rimane però la responsabilità anche delle generazioni adulte e anziane nel dare spallate alle pareti, che sembrano non cadere mai, ma che sono ormai senza alcun senso.