WANGARI MAATHAI, PREMIO NOBEL PER LA PACE
Vi presentiamo di una delle personalità più famose del Kenya, Wangari Maathai, la prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per la Pace per «il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace».
Scienziata e attivista, Wangari Maathai ha sempre combattuto le proprie battaglie con gesti pacifici, ma radicali.
Nata da una famiglia di agricoltori nel 1940, grazie al programma “Ponte aereo Kennedy” destinato agli studenti meritevoli, si laurea in biologia presso l’Università di Pittsburgh (USA).
Torna in Kenya dopo la specializzazione nel 1966, con la nomina per un posto di assistente di ricerca in zoologia presso l’University College di Nairobi. Scopre però di essere stata sostituita da un altro studente (maschio).
Completa il suo dottorato presso le Università di Giessen (Germania) e di Monaco di Baviera nel 1971, diventa docente di Anatomia Veterinaria all’Università di Nairobi nel 1975, poi preside del dipartimento nel 1976 e professoressa associata nel 1977. È la prima donna a raggiungere queste posizioni.
Porta avanti battaglie contro le discriminazioni salariali di genere, diventa membro della Croce Rossa, del Consiglio nazionale delle donne del Kenya e dell’Environmental Liaison Centre, che promuove la partecipazione delle organizzazioni non governative al Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
Nel 1977, nel tentativo di dare forma all’idea di una coltivazione sostenibile “basata sulla comunità”, fonda il Green Belt Movement, un movimento ecofemminista che vede nell’atto di piantare alberi una forma di azione radicale contro i sistemi che creano povertà rurale. In dieci anni, l’organizzazione si espande: dal Kenya arriva fino in Tanzania, Uganda, Malawi, Lesotho, Etiopia e Zimbabwe.
Maathai spiega così il profondo legame tra natura, democrazia e pace: “[…] l’albero è diventato anche un simbolo di pace e democratica risoluzione dei conflitti, specialmente durante gli scontri etnici in Kenya, quando il Green Belt Movement ha utilizzato gli alberi della pace per riconciliare fra loro le comunità in lotta.”
Maathai continua a lottare, prima contro le politiche ambientali del regime di Daniel Arap Moi in Kenya, poi contro il piano del governo di svendere parti della Karura Forest.
Grazie al suo impegno sociale e ambientale, nel 2003 Wangari Maathai diventa viceministro dell’ambiente del nuovo governo presieduto da Mwai Kibaki e rimane in carica per due anni. Nel 2005 viene insignita del Premio Nobel per il suo contributo allo sviluppo sostenibile, alla democrazia e alla pace.
Wangari muore di tumore del 2011, lasciando in eredità i frutti di una vita di battaglie: 51 milioni di alberi piantati in Kenya e 30.000 donne formate in attività come la silvicoltura e l’apicoltura, in grado di assicurare un reddito per sé stesse e per la famiglia, attente a preservare le risorse e la diversità degli ecosistemi.
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