NAMING: LA CERIMONIA PER DARE IL NOME
Il nome che viene scelto per un bambino alla sua nascita è il risultato di diversi fattori che variano in Kenya a seconda della tribù di appartenenza e della religione della famiglia. Di solito si assegnano tre nomi. Il primo deriva dalla religione professata dalla famiglia: per questa ragione, in contee a prevalenza cristiana, spopolano nomi come John, James, Joseph, Mercy o Mary, al contrario di contee di tradizione musulmana in cui nomi come Mohammed, Ahmed, Fatima sono in netta maggioranza. Il secondo nome è quello tradizionale che di solito viene dato ai bambini pensando a determinate caratteristiche che riguardano il comportamento o certe attività che possono essere riscontrate in altre persone della famiglia o vicine alla famiglia. Tra i più comuni Gitonga (nome che indica una persona benestante), Mukami (una persona che munge le mucche), Wambua (nome dato a bambini maschi nati durante le piogge), Mumbi (significa madre delle persone), Ngendo (significa viaggiatore), Muthoni (nome che indica una bambina molto timida), Nyokabi (appartenente alla tribù Masai): questi sono solo alcuni tra gli esempi più comuni. Il cognome, invece, viene trasmesso dalla famiglia del padre, retaggio post coloniale che il Kenya ha ereditato dagli inglesi.
Anche ai volontari dell’ACCRI viene assegnato un nome tradizionale dopo qualche mese di presenza nella comunità di Iriamurai. Ad occuparsi di questa cerimonia, intesa quasi come una “seconda nascita”, sono le signore dei gruppi PIC (Project Implementation Committee) che osservano i comportamenti e il carattere dei nuovi arrivati per donare loro il nuovo nome. La cerimonia si svolge durante la riunione generale mensile: il “festeggiato” condivide con tutti i presenti una torta, si canta e si balla insieme e una delle signore presenti spiega il motivo per cui è stato scelto proprio quel nome. Mentre per i bambini kenyoti di solito ci si ispira a caratteristiche di altre persone, per i volontari italiani si trae l’idea dal loro modo di fare e dal loro carattere. È un momento a cui viene data molta importanza, è l’ingresso ufficiale in società e l’accoglienza totale da parte della comunità non più di un estraneo, ma di un membro vero e proprio.
Anche le volontarie Giulia e Caterina hanno ricevuto il nome. A Caterina è stato assegnato Makena= “gioiosa”, a Giulia Kagendo= “che cammina”. Nel video che segue, un momento della cerimonia naming.
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