La Proprietà Terriera delle Donne
Una problematica purtroppo sempre attuale e presente in Kenya, soprattutto nelle zone rurali, è il diritto delle donne alla proprietà, in particolare dei terreni (è comunque un problema che si estende a qualsiasi altro tipo di bene).
Nonostante la Costituzione del Kenya riconosca questo diritto a tutti e tutte, vi sono anche provvedimenti legislativi ben più specifici come, ad esempio, il National Land Policy del 2009 che ribadisce il concetto secondo cui le donne possono essere proprietarie e gestire i terreni, sottolineando la necessità di dare maggiore attenzione alle donne vedove e divorziate. Sono veramente tanti i provvedimenti legislativi che confermano questa tendenza da parte del Governo, ma sebbene il quadro giuridico del Kenya sia progressista nel sostegno al diritto delle donne alla proprietà, nella realtà quotidiana non è così. Se questa discriminazione vale per tutte le donne, è ancora peggiore nelle situazioni in cui un matrimonio si scioglie. Anche il diritto di successione di eredità non viene garantito alle donne. Infatti, queste non possono ricevere le terre del padre alla sua morte: le proprietà passano ai figli maschi. Solo ultimamente si sono registrati dei casi in cui due o più sorelle si sono divise tra loro la porzione di terra che di solito spetta a un figlio maschio.
Nonostante l’ACCRI in Kenya non si occupi direttamente del diritto alla proprietà, le principali protagoniste dei progetti sono le donne contadine, che costituiscono la principale forza lavoro dei terreni di cui non sono proprietarie (solo il 5% delle donne in Kenya possiede dei terreni).
È importante che gli operatori a contatto con le comunità, opportunamente preparati e formati sul tema del diritto alla proprietà, trattino questi argomenti in maniera rispettosa al fine di non creare disagi tra i vari membri: ovviamente l’argomento è spinoso e delicato, sia per quanto riguarda la reazione da parte di alcuni uomini, ma anche per le stesse donne che, non sapendo di avere questi diritti, hanno sempre vissuto questa realità come “normale”.
Il processo di presa di coscienza è lungo, ma l’aspetto positivo è che ci sono i presupposti per promuoverlo, dal momento che lo Stato e le singole contee del Paese sono molto favorevoli al raggiungimento dell’uguaglianza di genere anche da questo punto di vista.
È una battaglia lunga, da fare con molta attenzione, e il team degli operatori locali dell’ACCRI e della Caritas di Embu è attento a dare il proprio contributo.
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